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Lettere a Trigallia

I Gruppi Musicali di Trigallia 2003

Massimo Giuntini Le sonorità celtiche dell’Irlanda accostate alle arie indiane. Un viaggio Indo-Europeo
Per Massimo Giuntini è in corso un anno fortunato. Molto apprezzato il suo primo CD Celticaravan e successo per il cavallo di battaglia del disco, il brano Dance of Life trasmesso più volte nella rubrica Costume e Società del TG2 mentre suoi cenni si sono ascoltati qua e là sempre in tv. Poi, Martin Scorsese lo ha scelto per Gangs of New York: nel film fa una breve apparizione, naturalmente nel ruolo di musicista, ma è presente come autore ed esecutore nella colonna sonora. Nel 2002 ha lasciato i Modena City Ramblers entrando in formazione con i Whisky Trail, prosegue bene il suo progetto con i Ductia e nel 2003 è uscito il suo nuovo CD Indo-European.
Perché Indo-European? Noi Europei siamo una popolazione di immigrati. Se rapportiamo il tempo all’età dell’umanità siamo immigrati recenti, ma se rapportiamo il tempo all’evoluzione e alle importanti scoperte allora possiamo considerarci antichi immigrati fortemente radicati. I nostri antenati, infatti, in varie epoche si spostarono in grandi gruppi provenienti da aree limitrofe all’India, dall’Asia centrale e dal Medio Oriente, da qui il termine "Indo-Europei". Si distribuirono nel territorio e in base ad area di provenienza, periodo di migrazione, ambiente in cui si fermarono e popolazioni autoctone alle quali si sovrapposero, diedero origine a Latini, Greci, Slavi, Germani e Celti. Ciascuno di essi sviluppò una propria lingua e cultura, una propria visione del mondo, un proprio ritmo.
Indo-European, che qualcuno ha già definito "un gioiello", è stato composto, registrato e arrangiato interamente da Giuntini ed è sempre prodotto dalla Edizioni 3ntini. È piaciuta l’idea di dedicare il disco ai nostri antenati, oltre che attraverso il titolo, con il semplice gioco di accostare le sonorità celtiche dell’Irlanda ad alcuni interventi dall’aria indiana suonati con strumenti tipici come il sitar. Ovviamente non sappiamo quali fossero i suoni, gli strumenti e la musica degli antichi Indo-Europei ma è certo che ciò che abbiamo suonato fino a cinquant’anni fa è in prevalenza la diretta evoluzione di quei suoni. Massimo Giuntini, curioso, sensibile, aperto e soprattutto bravo, ci ha lasciato un’altra chicca nel nostro porta-CD e presenterà l’album in anteprima a Trigallia aprendo e chiudendo il festival.

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Whisky Trail, una grande e storica band. Musica irlandese e leggende
Più di 25 anni di attività per un gruppo che tanto ha dato allo sviluppo della musica e della cultura celtica in Italia e prende il nome dalla "pista del whisky" che legava l’Irlanda all’emigrazione oltreoceano. Fin dall’inizio i Whisky Trail hanno sentito l’esigenza di capire il ruolo della tradizione irlandese nello sviluppo della musica americana, ma la loro musica si è sempre aperta a scenari più ampi, al mondo delle fiabe, ai miti e le leggende irlandesi e ha compreso danze, libri, poesie e storie. Il loro primo disco risale al 1975, da allora a oggi hanno inciso otto album tutti di ottimo livello, suonati con una passione lontana dalle mode e dai revival commerciali. A Trigallia porteranno in concerto il loro nuovo disco The Great Raid, una grande razzia nella pista tracciata negli anni ’70 insieme all’esigenza di una personale rilettura di un patrimonio musicale mondiale, quello irlandese, che parla di emigrazione, paure, danze, sbronze, leggende, amore, natura e intensamente legato a fenomeni culturali e di costume. L’album, un doppio, prende spunto anche dal Tàin Bò Cùailnge, il racconto epico irlandese delle gesta di Cù Chulainn, il leggendario eroe dell’Ulster a caccia dei tori fatati Donn e Findbenn che, simbolicamente, danno rispettivamente e tematicamente il titolo ai due CD: una sorta di Yin e Yang, dualità che riproduce l’armonia del cosmo.
Le suggestioni di quel testo si aggiungono così, oltre che ai frammenti e alle citazioni della storia del gruppo, ai riferimenti di gruppi di un recente passato come i Planxty, la Bothy Band, la Penguin Cafè Orchestra e i Beatles. Così a loro modo, dal loro punto di vista, con il sound irlandese altamente affinato, i Whisky Trail rendono un riconoscente omaggio al secondo ‘900 per immergersi di slancio nel terzo millennio.
I musicisti del gruppo: Giulia Lorimer (voce, fiddle), Vieri Bugli (fiddle), Stefano Corsi (arpa celtica, armonica, harmonium, voce), Pietro Sabatini (chitarra, bouzouki, bodhrán, basso a pedale, voce) e dal dicembre 2002 è entrato in formazione stabile Massimo Giuntini (uilleann pipes, tin whistle, low whistle). Proprio in quintetto suoneranno per due sere di fila a Trigallia, accompagnati dal corpo di ballo Ethnica.
sito ufficiale: www.whiskytrail.it


Clan Wallace ... i veri discendenti (Scozia)
Costumi, musica, danze e tradizioni della Scozia antica con gli eredi di William Wallace. L’adrenalina della libertà
Il Clan Wallace è formato dagli eredi dichiarati di William Wallace e Seoras Wallace, portavoce e capoclan, è il vero discendente del mitico eroe scozzese reso famoso ovunque con Braveheart. Il film stesso, un cult ormai, dove il Clan Wallace ha recitato, ha dato al gruppo il grande lancio internazionale, a partire dagli ingaggi nei cast di altri film storici come Rob Roy, Mcbeth, Ivanhoe, Il Gladiatore per confluire nell’attività artistica e culturale dei Wallace: restituire dignità, valore e voce alle tradizioni della Scozia e degli antichi clan impegnati nella lotta per la libertà.
Ci torna in mente l’agosto 2000 quando incontrammo per la prima volta Seoras e il Clan a Stirling, in Scozia. Lì il Celticaravan filmò il memorabile William Wallace Day, evento che ricorda la vittoria degli Scozzesi sugli Inglesi: in quell’occasione erano presenti alcuni attori di Braveheart e Seoras tenne una conferenza stampa. Dalla Scozia portammo a casa il loro formidabile CD Live - Royal Concert
Hall Glasgow (che ormai abbiamo praticamente consumato). Ci fu poi Saga 2001 a San Marino: l’associazione William Wallace di Bologna organizzò un incontro con Seoras che parlò dei progetti del Clan.
Ancora nel 2001, grazie a Riccardo Taraglio del Clan della Grande O
rsa, il Clan Wallace si esibì in concerto per la prima volta in Italia al festival Celtica in Valle d’Aosta. Lì il pubblico italiano ha scoperto un gruppo unico e una ricostruzione storica a 360°: infatti il Clan Wallace crede profondamente nel senso di eredità, la sa trasmettere con intensità, cuore, dedizione, ripropone costumi, musiche e danze tradizionali della Scozia antica e in ogni spettacolo sprigiona un’adrenalina incredibile con ritmi tribali e un’atmosfera altamente evocativa. Successo e stima grandemente meritate per il gruppo, che ora sta lavorando al secondo attesissimo CD. Con cornamuse, tamburi scozzesi, danze vorticose e con 16 artisti in formazione, il Clan Wallace accenderà quattro spettacoli indimenticabili a Trigallia.

Clan Wallace Braveheart
Una scena d’assalto tratta dal film “Braveheart”: Seoras Wallace in primo piano, precede Mel Gibson (a sinistra) che interpreta l’eroe scozzese William Wallace. Gibson oltre che protagonista principale del film è anche regista e ha espressamente voluto il Clan Wallace nel casting.

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Lúnasa (Irlanda)
Una band fotonica: classe, freschezza ed energia.
Due notti magiche con le stelle internazionali dell’Irish Folk
Prendono il nome da Lughnasadh, grande festa celtica di ringraziamento in onore a Lug, dio solare. Brillanti in tutti i sensi, i Lúnasa sono le stelle dell’odierno Irish folk tradizionale e dopo una chilometrica tournée che li ha impegnati in Usa, Giappone e Australia dagli oceani sbarcano sul delta del Po, a Trigallia. Un successo mondiale in crescendo vertiginoso, ovazione di pubblico e critica per "il più caldo gruppo acustico del pianeta", la loro musica è pura bellezza: pompa energia, dosa mestiere e classe, il sound scorre limpido e rotondo, innovazione e freschezza compositiva catturano l’intensità di ogni esecuzione. Il primo disco Lúnasa (1996) è giudicato imperdibile, trionfo internazionale con Otherworld (1999), con The Merry Sisters of Fate (2001) la loro reputazione è diventata galattica e ora è in arrivo il quarto attesissimo Redwood.
Ogni singolo musicista ha un curriculum fotonico. Trevor Hutchinson (doppio basso, violoncello) era il bassista dei Waterboys dall’86 al ’91, con il gruppo folk-rock di Mike Scott ha inciso capolavori come Fisherman’s Blues per poi entrare nel supergruppo di Sharon Shannon. Sapienti interventi strumentali ("l’essere che tutto sa" lo chiamano gli altri membri del gruppo), il suo basso acustico è un equilibrio magico fra carezza del tocco e groove dal traino irresistibile. Anche Donogh Hennessy (chitarre) arriva dalla Sharon Shannon Band: dotato di estro calibratissimo negli arrangiamenti e di finezze geniali, è un compositore di notevole personalità e fertile inventiva, firma molti dei nuovi brani – i più belli sono suoi – ora raccolti in un libro di spartiti che si può acquistare on-line sul sito ufficiale della band. Sulla culla ritmica di Donogh e Trevor si accende la stellare melodia di un trio davvero incendiario: il vortice di energia Cillian Vallely (cornamuse, whistles), nei Lúnasa dal 3° disco, Kevin Crawford l’incantatore (flauto, whistle, bodhrán) e il folletto Seán Smyth (fiddle, whistle), tutti virtuosi splendidi che si alternano nel ruolo di frontmen giocando fra loro con fraseggi brillanti, swing mozzafiato e la magica solarità irlandese coi Lúnasa baciata proprio da Lug, che è anche il ‘patrono celtico’ di Trigallia.
sito ufficiale: www.lunasa.ie


FBA
Un laboratorio musicale in ebollizione e un fenomeno dal vivo. Il clima della festa in musicaIn ogni concerto la FBA riesce sempre a scaldare e far danzare il pubblico. Al Trigallia il gruppo di Milano presenterà un concerto incentrato prevalentemente su danze e canzoni celtiche e di tutto il folk europeo sulla falsariga del fortunato tour della scorsa estate in Inghilterra che ha ricevuto grande consenso dal pubblico e dalla critica, ma soprattutto ha fatto divertire moltissimo gli stessi musicisti, componente essenziale per una band. Il gruppo ha inciso 4 dischi: Passione Sogno Poesia (autoproduzione 1997), Till the Sky Shall Fall (Ethnoworld 2000), il gustosissimo EP Demons & Lovers (Ethnoworld 2000) e Fleadh (2002), album caratterizzato dall’attenzione verso le riletture della musica conviviale e da festa tipica della tradizione celtica e italiana. Fleadh riporta la stessa energia che il gruppo emana durante i concerti, una musica viva in continuo mutamento che passa dalle gighe ai reel lenti, una scoppiettante mazurka, una parodia del tango e una dolce canzone in dialetto milanese.
In formazione: Maurizio Feregalli (voce, bouzouki, cittern, 12 corde, chitarra), Angela Carera (voce, shakers, suggestioni), Jeanpier Toffano (flauti, whistles, cornamusa, coro), Mauro Pievani (fisarmonica, violoncello, coro), Valerio L. Meletti (bodhrán, djembè, percussioni, voce), Alan Jones (mandolino, chitarra, bouzouki, coro), Roberto Villani (basso), Filippo Giordano (violino).
sito ufficiale: www.fbamusic.net


Red Box
Musica tradizionale irlandese suonata con piacere. Un gruppo che sa coinvolgere con un limpido impasto armonico
Red Box è un gruppo formato da musicisti attivi già da tempo nell’ambito della musica tradizionale irlandese suonata in italia.
I musicisti Daniele Bicego (uilleann pipes), Luigi Fazzo (chitarra e voce), Fortunato Promontorio (violino) e Lorenzo Zampetti (flauto) si sono conosciuti nelle session milanesi e trovandosi a proprio agio tra arie di danze tradizionali celtiche come jig, reel e hornpipe hanno deciso di unirsi in questo progetto. Il risultato è entusiasmante e l’impasto armonico stupendo, caldo e coinvolgente nei fraseggi come nella selezione musicale.
Le loro esecuzioni vengono approcciate con un atteggiamento molto rigoroso nei canoni della tradizione irlandese, comunque sempre con l’obiettivo di portare uno spettacolo divertente e capace di accendere ogni tipo di pubblico. Nel 2002, primo anno di attività, i Red Box ottengono subito grandi consensi nei festival che hanno visto la loro presenza e nella primavera di quest’anno è uscito il loro primo disco dove collabora come ospite la violinista irlandese Martina Kelly, presente anche nei concerti estivi. Altri collaboratori abituali del gruppo sono Ivan Berto (bodhrán), Giorgio Bionaz (mandola), Stefano Denti (cittern) e Cristina Marini (flauto), anche loro presenti nel CD di debutto.
sito ufficiale: www.theredbox.it


Irishields
Un appassionante viaggio fra musiche, immagini, racconti e colori d’Irlanda
Gli Irishields provengono da una formazione musicale che va dal rock alla musica classica e lirica, la sensibilità si è poi spostata nel corso degli anni verso la musica tradizionale. La loro forza risiede nell’amicizia e nella voglia di divertirsi e crescere insieme, riescono a riversare questa unione nella loro musica personalizzando i reel sentiti e suonati tante volte con un accento più mediterraneo, con un’introduzione ai brani che ricorda la musica da camera e una modulazione centrale atipica nel folk.
Sono stati influenzati da gruppi come Chieftains, Felpeyu, Llan de Cubel, Pogues, attratti oltre che dall’energia e dalle sonorità della musica celtica anche dalla possibilità di trovarsi di fronte a una tradizione così omogenea e ricca, che favorisce l’inserimento in diverse realtà, per esempio le session, in modo semplice e naturale, un gusto di suonare per puro piacere senza esibizionismo e rivalità. Attualmente stanno presentando dal vivo lo spettacolo The Last Night in Doolin - Viaggio in Irlanda: alle musiche proprie del panorama musicale tradizionale irlandese e alle composizioni originali del gruppo si unisce un interessante intercalare di situazioni e immagini vocali che richiamano la magia e il colore dell’Isola di Smeraldo, il tutto unito a brevi informazioni sui brani suonati, ovvero i tempi, le provenienze e gli stili. Lo spettacolo ha avuto largo seguito e un’ottima critica per l’accostamento di musica-parole. The Last Night in Doolin è anche il titolo del loro primo CD edito da Ethnoworld, in lavorazione il nuovo disco.
sito ufficiale: www.irishields.it


Cormac
Ottimi musicisti al servizio del folk celtico e con l’impegno di diffonderlo
Sul palco di Trigallia canzoni d’amore e di guerra, gighe, reel scatenati, marce e ballate con i Cormac, Irish band Reggiano-Modenese. Il gruppo nasce nel 1998 con Christian Rebecchi (chitarra, tin whistle, bodhrán) e Luca Giacometti (mandola, mandolino, chitarra, voce): usciti dai Mocogno Rovers (Irish folk band), i due tornano alle sonorità più tradizionali della musica irlandese creando una formazione che al di là di mode, tendenze o gusti passeggeri raccoglie e propone l’essenza della musica celtica. Si uniscono sin dal principio il flautista Matteo Ferrari e il violinista Filippo Chieli, entrambi presenti in La Repubblica del Folk, disco d’esordio dei Mocogno Rovers. Dopo aver vissuto il momento del primo folk irlandese "scatenato" (Pogues e Dubliners) e il boom dell’Irlanda che ha investito in turismo, letteratura, cinema e musica, i Cormac hanno sentito l’esigenza di preservare la valenza culturale e storica della musica irlandese, analizzando non solo i gruppi caposcuola (Planxty, Chieftains, De Dannan) ma anche quelli più recenti (Lúnasa, Altan, Dervish, Lia Luachra) nonchè le produzioni musicali più interessanti di cinema e teatro che, oltre ad ampliare il panorama del folk irlandese, ne forniscono un quadro d’insieme nella sua evoluzione.
Il gruppo si è già esibito in tutta Italia, partecipando a importanti festival e rassegne, e nell’estate 2001 è stato invitato per la prima volta in Irlanda, dove tornerà il prossimo anno, per una serie di concerti.
sito ufficiale: www.irishcormac.it


Myrddin
Merlino il mago: un equilibrio armonico che libera un suono avvolgente, un gruppo in continua evoluzione
Il gruppo è nato a Savona nel 1995 per iniziativa dei fratelli gemelli Fabio e Luca Pesenti, intorno ai quali si sono catalizzati musicisti e interpreti accomunati dalla passione per la musica e per la tradizione celtica. I Myrddin, che prendono il proprio nome dalla figura leggendaria del bardo Myrddin (il mago Merlino della leggenda di Artù), sono un gruppo di musica celtica che propone un repertorio vasto nel tempo e nello spazio.
I loro due dischi, Myrddin Q at Duffy pub (1997) e il morbido, irresistibile Ginevra (2001), rappresentano la maturazione professionale del gruppo, il loro talento interpretativo e l’estro creativo. Oggi è in preparazione il nuovo lavoro discografico dedicato a Tolkien (musiche originali) in collaborazione con la Società Tolkeniana Italiana.
La ricerca e gli studi sulla tradizione delle prassi esecutive della musica, insieme all’impiego di strumenti acustici e al gusto accattivante per gli arrangiamenti ne fanno una delle band italiane più affermate sui palchi con esperienza di tournée in Scozia, Spagna e naturalmente nei maggiori festival celtici italiani. Non potevano mancare a Trigallia.
In formazione: Luca Pesenti (violino), Fabio Pesenti (chitarra), Eliana Zunino (voce, bodhrán), Marco Pietrasanta (flauti, cornamusa, sax), Luciano Puppo (contrabbasso).
sito ufficiale: www.myrddin.it


Will o’ the Wisp
Musiche tradizionali d’Irlanda e di Scozia mescolate allo stile di vita senese
In una città piccola come Siena, sei persone che provenivano da esperienze completamente diverse oggi sono un’unica «entità celtica» che ha assunto una sua connotazione ben definita: affiancando studi classici a una attenta attività di ricerca che va dalla consultazione di testi, alle frequentazioni di seminari, stage e session con musicisti più esperti (Ray Gallen e Martin Hayes, per citare alcuni insegnanti irlandesi), dopo aver suonato in Irlanda e Scozia, i Will o’ the Wisp hanno indirizzato la loro musica verso un valido compromesso fra quelli che sono le forme stilistiche e tecniche della tradizione irlandese e il loro essere culturalmente mediterranei. Cinque musicisti su sei infatti sono toscani mentre la violinista Stephanie scalda le platee con la sua anima irlandese trasmettendo alle gighe e ai reel quell’energia caratteristica dell’isola.
All’attivo del gruppo numerose serate e partecipazioni ai festivals: dal 20 gennaio 2001, giorno della loro prima uscita dal vivo, hanno concluso il 2002 con un attivo di 77 serate. E a breve anche l’uscita del loro primo CD prodotto dalla casa discografica milanese Ethnoworld.
In formazione nel gruppo: Stephanie Martin (fiddle, danze), Rossana Lobono (voce, shakers, cucchiai), Francesco Amadio (fiddle, whistles, chitarra, voci, danze), Luca Mercurio (chitarra, Irish bouzouki, mandolino, banjo, armonica, voci), Giulio Putti (bodhrán, bones, percussioni, voci), Sinead Walsh (organetto diatonico, danze).
sito ufficiale: www.willothewisp.it

Mortimer Mc Grave
& the Barelliers
Un gruppo di cavalieri partiti da lontano, una lunga strada da percorrere, una missione
Mortimer Mc Grave & the Barelliers: un "rock celtico" trasversale al panorama musicale a cui siamo abituati, un po’ mascalzone, tra concerto cabaret e happening. Bravi musicisti, originali e molto vivaci sul palco, a Trigallia apriranno per il Clan Wallace in due serate che promettono di fare faville. Anche la loro storia è originale e così si raccontano: "Fummo chiamati dal Regno dei Più per una nuova missione: ritornare nel Mondo dei Meno, anzi dei Sempre Meno. Ci dissero che lì lo spirito languiva, che i valori della cavalleria, come l’onore, la libertà e la fedeltà, ormai erano dimenticati. Ci dissero che l’impresa non era facile, che niente era più Sacro, le genti si adattavano inconsapevolmente a una tecnologia che aveva preso il sopravvento. Ci dissero che si facevano le guerre, si uccidevano i nemici senza mai guardarli negli occhi. Che le persone si parlavano senza abbracciarsi, toccarsi, guardarsi; quasi tutti parlavano la stessa lingua e sentivano le stesse storie, raccontate da burattini chiusi in teatrini di vetro. Ci dissero che Dio era relegato in una casa e lo si andava a trovare ogni tanto senza farlo mai partecipare alle faccende quotidiane. E prima che ci spiegassero altre cose chiedemmo chi era il nemico che dovevamo combattere, colui che aveva costruito tanto orrore. Ci fu silenzio. Ecco la nostra missione: scoprire il nemico. Ci vestimmo lentamente, sellammo i cavalli, ripulimmo la spada e ci incamminammo con un groppo alla gola."
sito ufficiale: www.artenomade.com


Celtic Harp Orchestra
La più grande orchestra d’arpe celtiche d’Europa. Tradizione, mistero, sacro e spettacolo
Il progetto di unire più di 30 strumentisti, che suonano l’arpa celtica e altri strumenti di matrice popolare quali flauto, whistles, bodhrán, percussioni eccetera è nato in occasione del festival Celtica 2002 in Valle d’Aosta: durante quel concerto suonarono sul palco ben quaranta musicisti. L’evento fu un vero successo, ben meritato, ed ebbe una notevole risonanza mediatica (segnalazioni Ansa, Corriere della Sera, Rai Tre...). Dopo il concerto, il fondatore e direttore artistico nonché prima arpa del gruppo, Fabio Conistabile, decise di mantenere l’organico per giungere a formare, così, la più grande orchestra stabile di arpe celtiche d’Europa.
I componenti della Celtic Harp Orchestra hanno un’età media di 25 anni, l’esperienza è una via di aggregazione attraverso la musica e si rivolge al pubblico di ogni età, ma punta soprattutto ai giovani. Oltre all’assoluta novità della proposta e al notevole impatto scenico, l’idea dell’Orchestra unisce il senso della tradizione, del mistero e del sacro legati all’arpa con la semplicità e spontaneità dei musicisti che la suonano, proponendo uno spettacolo assolutamente unico.
Per chi vuole imparare a suonare l’arpa da segnalare il loro sito, che illustra le nozioni base e i primi passi pratici per approcciare questo meraviglioso strumento. Il loro primo disco è in preparazione con la produzione di Ethnoworld, l’uscita è prevista orientativamente per maggio 2003, in tempo (speriamo) per portare il CD nuovo di zecca al Trigallia. E incantarci in concerto.
sito ufficiale: www.theharp.it


Inis Fail
Solarità e bravura: un effervescente spirito irlandese. Premiati al Trigallia con un concerto che aprirà per la loro band preferita
A Trigallia apriranno per i Lúnasa, una delle loro band preferite, ma gli Inis Fail sono tra i migliori artisti di musica tradizionale in Italia e questa collocazione al festival onora un effervescente spirito Irish. La loro musica rispecchia un sentimento, uno spirito, una gioia di essere e di suonare e ha quel quid tutto irlandese: levità, godibile l’impasto, scanzonata, trascinante, solare. Il sound scaturisce dalla bravura di ciascuno dei musicisti, che sa sempre metterci un tocco personale, e dall’amalgama che ottengono suonando il più possibile insieme in ogni occasione, a casa, al pub e naturalmente sui palchi dei concerti. Dal vivo si divertono molto e intanto la tecnica, l’affiatamento, la reale complicità fra i musicisti sono così intriganti e godibili che riescono a catalizzare il pubblico sulla stessa via: divertimento puro. Hanno inciso due dischi: il primo, Tradizionale, in Irlanda è stato trasmesso dalla radio Na Gaeltachta di Galway; il secondo, One More, fulminante per energia e maturità, riassume tre anni di intensa attività, di viaggi in Irlanda, di studio, contatti e collaborazioni con tanti musicisti locali. Hanno all’attivo anche l’Albero Musicale, una Scuola di Musica che oggi è un punto di riferimento importante per chi vuole iniziare a studiare la musica tradizionale irlandese, la frequentano allievi di tutte le età. In formazione: Sergio Cavaleri (chitarra, voce), Luca Crespi (flauto, whistles, uilleann pipe), Marco Crespi (bouzouki, basso), Milo Molteni (violino), Alessia Pasini (voce, bodhrán, percussioni), Lucia Picozzi (fisarmonica, tastiere).
sito ufficiale: www.inisfail.it


 

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