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I Celti come non li avete mai visti Torna indietro
Vogliamo spendere qualche parola sul libro “I Celti” di Daniele Vitali, archeologo, direttore del museo di Monterenzio e curatore della mostra sui Celti a Venezia del 1991. Il libro è spettacolare e non dovrebbe mancare sullo scaffale di tutti gli appassionati, dei celtofili e dei rievocatori, anche perché fa davvero onore alle immagini: le fotografie sono riprodotte a piena pagina (29 cm x 32 cm di altezza) e per chi fa ricostruzione storica, per gli artigiani e per chi ama studiare l'argomento, è un autentica miniera di dettagli. Perfino il prezzo è contenuto in rapporto alla qualità di stampa e alla raffinatezza della confezione (se fosse un libro d’arte costerebbe minimo 70,00 euro, anziché i 28,00 che costa questo). Di libri sui Celti oggi effettivamente ce n’è tanti ma questo, credeteci, è da non perdere. Ecco perché gli abbiamo dedicato questa gallery intitolata “I Celti come non li avete mai visti”.

Tutte le immagini che seguono sono solo alcune delle splendide fotografie a piena pagina contenute nel volume “I Celti. Storia e tesori di un’antica civiltà”.


 
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Diodoro Siculo ha scritto che i Galli tagliavano la testa dei nemici vinti e la portavano trionfalmente attaccata al collo dei loro cavalli. I trofei venivano conservati con cura. Raccontava frottole? No, eccone una prova dal santuario gallico di Entremont, in Francia.
 
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«Taluni ostentano dei baffi che coprono l’intera bocca» scriveva dei Celti sempre Diodoro Siculo.
Dal British Museum di Londra ecco la testa baffuta che decorava un secchio, arriva dalla tomba di un ricco Celta della Britannia.
 
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Se vi è venuto in mente di falsificare le monete celtiche, rinunciateci. Impresa troppo ardua riprodurre quei dettagli in una scala così piccola. Eccone un paio coniate dai Celti dell’est Europa: la moneta più grande (una tetradracma in argento) nella realtà ha un diametro di 2,4 centimetri, quella piccola 2,1 cm di diametro...
 
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Questa testa maschile (notare i baffi) decorava la brocca di un principe Celta di Hallstatt. È un oggettino piatto in bronzo, alto poco più di 8 cm ma la foto a piena pagina valorizza al massimo l’arte e la precisione di chi l’ha creato: quanti dettagli finalmente chiari, da studiare, da riprodurre!
 
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Gallie, tre elmi che hanno fatto epoca. L’elmo “tipo Montefortino” (in alto a destra) è stato adottato dai Romani e rimane il modello base anche fra i rievocatori. L’elmo in alto a sinistra arriva da Amfreville, Gallia Transalpina. Quello in basso arriva da Canosa di Puglia, le antenne servivano per inserire una decorazione.
 
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Questo secchio è rivestito con applicazioni in bronzo in stile lateniano e il manico ha due attacchi a forma di testa umana. All'epoca dei Celti, nelle attuali Inghilterra e Irlanda era in voga lo stile La Tène. Nato nel continente, è uno stile che ancora oggi fa spalancare la bocca di meraviglia per la ricchezza e l’originalità dei decori, che questo libro di Vitali mette in evidenza.
 
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La nostra gallery finisce qui, vi rimandiamo alle 208 pagine di "I Celti. Storia e tesori di un'antica civiltà" per vedere il resto.

Il libro di Daniele Vitali si può acquistare su Trigallia.com »

 
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Anche questa testa barbuta (e molto baffuta) ornava una brocca e arriva dalla tomba di una donna celta ricchissima di Waldalgesheim, in Germania. La sua è una delle tombe più importanti del IV secolo a.C. Anche qui, Vitali ha scelto la piena pagina per un oggetto che in realtà è alto solo 4 centimetri.
 
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Nessun uomo potrebbe combattere con uno scudo così massiccio ma questo Celta è il ricordo leggendario di una storia vera: quella di Pergamo, città ellenica che aveva vinto una guerra contro i Galati. Impressionata dal valore degli sconfitti, poi li celebrò in varie statue di cui è rimasta questa: il Galata morente.
 
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Elmo in ferro, spada e fodero in ferro, un massiccio umbone in ferro per rinforzare lo scudo. Ci voleva veramente un uomo di ferro per portare addosso tutto questo peso! Sono armi celtiche ritrovate ad Alesia, Gallia Transalpina.
 
   
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